martedì 13 marzo 2012

Il lavoro

L'episodio di oggi è stata l'ennesima botta. In una riunione in cui la presenza di donne era di circa il 5% ho avuto modo di rivedere l'ennesima e patetica immagine di un machismo decadente, per cui dieci anni fa, probabilmente mi sarei alzata in piedi e me  ne sarei andata.

I segnali del resto erano stati chiari, già da prima che io fossi incinta avevo sentito il nostro Amministratore Delegato fare battute a sfondo sessuale in ogni occasione, senza attenzione alcuna all'interlocutore che aveva di fronte o al suo fianco, anzi forse un po' esaltato se al tavolo erano presenti donne. Quasi eccitato dal fatto che, essendo lui l'AD nessuna avrebbe osato rispondere a quella sua maleducazione troglodita per cui si permetteva (e si permette ancora oggi) di ricondurre il tutto a miseri organi sessuali.
Quando poi si cercava qualcuno che mi sostituisse nel periodo della maternità l'input era stato chiarissimo "Ci servirebbe qualcuno ..., importante è non gay e non donna...". Dopo aver palesato la meschina ignoranza  che vedevo in questa richiesta, mi ero alzata e me ne ero andata, felice del fatto che per qualche mese quelli squallidi personaggi non avrebbero più riempito le mie giornate.
Il rientro al lavoro era stato ancora più triste, a la mia gravidanza era stata un grave problema per il mio capo (ho lavorato fino all'ottavo mese in ufficio e il nono da casa!) e in virtù di questo mi  era stato negato il bonus che precedentemente promesso, in un'ottica apertamente punitiva.
Ovviamente anche questa volta non sono stata zitta, ma dopo aver ricordato all'inetto del mio capo che lui era nato da una donna, così come i suoi figli (rigorosamente maschi) e che la cosa che mi rattristava di più era temere che mia figlia, tra trent'anni incontrasse personaggi come loro, purtroppo il giorno dopo ero ancora lì, più consapevole del valore delle cose, ma pur sempre lì, anzichè dove avrei voluto essere.

Ed è proprio questo il punto; l'atroce domanda che mi frulla per la testa: qual è l'esempio migliore che devo dare a mia figlia ? Il mio principio mi direbbe di abbandonare quella  massa di maschilisti e rincorrere i miei valori, la mia ragione mi ricorda che la certezza economica (che comunque mi serve per crescere serenamente la mia Trufolotta) comunque passa da lì e il part time che ho ottenuto è un ottimo compromesso.

Certo che è complicato. Sono mesi che mi arrovello su questo: quando mia figlia sarà adulta cosa penserà di me ? Cosa penserà di me che oggi ho taciuto davanti al nostro Amministratore Delegato che parlando dei nostri clienti li ha definiti "Bosniaci di merda" ?che quando parla di finanziamenti per extracomunitari, li chiama "Negri del cazzo"? 

Dovrò spiegarle un sacco di cose, dovrò spiegarle che esistono tanti modi per combattere per tenere in piedi  i propri valori, dovrò spiegarle però anche che alcune scelte sofferte le ho fatte per lei e per il suo papà, e che scendere a compromessi, ogni tanto è più doloroso di quanto possa essere faticoso ribellarsi e abbandonare tutto..
Non sarà facile, ma incomincio a capire quanto sarà importante parlarle e spiegarle tutto, ma proprio tutto!

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